martedì 6 giugno 2017

A che mi serve la nostalgia.

"E a te, nel silenzio che sale assieme a certe notti, sembra di avere un rumore di mobili che si spostano al posto del battito del cuore.
Ti sembra di non essere in fuga, di non essere alla ricerca: di essere, semplicemente, alla deriva.
In mezzo al mare agitato dalla tempesta dei tuoi alibi e delle tue nostalgie che costeggia quella vita così vera, così spietata.
Dove un giorno però l'Arca fa scalo."
Chiara Gamberale, Adesso. 

Giugno è iniziato da poco: con lui il caldo, le zanzare, la lotta all'ascella pezzata in metropolitana, quel "Programmi per le vacanze?" che è una croce che tutti noi privi di programmi conosciamo molto bene.

Pare una tappa obbligata, per ogni single di lungo corso con un minimo di disponibilità economica, capacità di adattamento, voglia di mettersi in gioco e fare nuove conoscenze, che qualcuno, a un certo punto della vita, ti proponga di fare una vacanza con Viaggi Avventure nel Mondo. Quel qualcuno che te lo propone, di solito, non è uno che vuole partire con te sennò sarebbe troppo facile. 
E' qualcuno - magari anche qualcuno che ha provato e parla per esperienza - che ti dice che QUELLO è il viaggio per te. Magari non succederà nulla, o magari no (una ragazza che conosco, dopo una serie di relazioni abbastanza devastanti, è felicemente accoppiata da anni con un ex compagno di viaggio) ma sarà comunque indimenticabile.

A me lo propongono da anni ma non ho mai voluto organizzarmi, dandomi come alibi che i prezzi per fare un'esperienza del genere sono altissimi.

Quest'anno, però, ho deciso che il mio personalissimo viaggio avventura durerà solo 24 ore e non andrà granché lontano da Roma ma mi somiglierà molto: il 24 giugno prenderò un bus alle 8 del mattino da Cinecittà e, sola soletta, me ne andrò a Visarno, uno spazio in zona Firenze che può ospitare fino a cinquantamila persone.

E' lì che, preceduto da altri artisti come Cigarettes after Sex, Cranberries e Glen Hansard, alle 22.30 suonerà EDDIE VEDDER, cantante dei Pearl Jam, autore di una delle più meravigliose colonne sonore di uno dei più incredibili film basati su una storia vera usciti negli ultimi dieci anni, "INTO THE WILD". Se non lo avete visto, recuperatelo, se lo avete visto, rivedetelo: la storia di Chris McCandless, brillante studente che lascia tutto della sua vita precedente e si dà il nome di Alexander Supertramp (Alexander il vagabondo) cercando un senso alla sua esistenza, non potrà lasciarvi indifferenti.



Starò lì all'apertura cancelli manco fossi la più rovente fan di Eddie Vedder, poi, finito il concerto, mi rimetterò sullo stesso bus che mi ha portato lì e, di notte, me ne tornerò a Roma (pure perché il giorno dopo mi aspetta un'altra follia ma magari di questa vi parlerò un'altra volta). 
Il bus è uno di quelli della Eventi in bus, un sito che organizza trasporti specificamente per concerti, quindi c'è una buona percentuale di probabilità che io non sia l'unica che si sta avventurando da sola in questa esperienza o che ci sia un gruppo di amici disposti ad "adottarmi" in una giornata che si preannuncia MOLTO intensa.

Ho organizzato questa trasferta, che in altri tempi mi sarebbe sembrata una vera pazzia ma che, per come la penso ora, l'unica vera pazzia sarebbe non fare, sull'onda della morte di CHRIS CORNELL.

Sono passate quasi tre settimane da quel giorno, in cui ho pianto come se si trattasse di un mio amico e in cui, esattamente come successe nel 1994 per Kurt Cobain, ricorderò per sempre cosa facevo mentre apprendevo la notizia. E' stato triste ed ancor di più lo è stato apprendere che non si è trattato di un malore né di una morte accidentale.
Chris Cornell ha scelto deliberatamente di andarsene, a 53 anni, "too young to hold on and too old to just break free and run", "troppo giovane per resistere e troppo vecchio per correre via libero", come cantava il suo amico Jeff Buckley. Chissà se si sono ritrovati...



C'è una foto, che è stata pubblicata da Il Post il giorno dei funerali di Cornell, che mostra una donna che posa un mazzo di rose su un manifesto in ricordo di Chris. Ciò che rende speciale questi fiori è che sono stati avvolti non nella carta, come si fa di solito, ma in una camicia a quadroni, uno dei simboli di un'epoca che, per chi ha adesso un'età tra i 35 e i 55 anni, era e resterà mitica. Questa foto mi ha commosso moltissimo perché racconta più efficacemente di molte parole come mai questa morte ha fatto piangere tanti di noi.
Non è finita solo la vita terrena di Cornell: c'è un'epoca - gli anni '90 - che per la musica è stata ORO, che non tornerà più e che sta perdendo sempre più pezzi, proprio come succede in "Eternal sunshine of spotless mind" a Joel, il personaggio interpretato da Jim Carrey, mentre gli avviano la procedura per la cancellazione dei ricordi e lui si accorge che, in mezzo a quelli dolorosi, sta perdendo anche quelli belli e piange e si dispera e vuole scappare da quella cancellazione, perché i ricordi sono pezzi di noi senza i quali non ci riconosceremmo più.


Mike McCready, chitarrista dei Pearl Jam che aveva suonato anche nei Temple of the Dog, ha detto di Cornell: "Dipingeva attraverso le canzoni l'oscurità e la bellezza della vita a Seattle"... non solo della vita a Seattle, direi, ma di tanti e tanti posti perché per noi, allora, Seattle era davvero un luogo della mente.
Eravamo giovani, eravamo stupidi, eravamo bellissimi. Cercavamo voci e canzoni che ci rappresentassero, che ci facessero sentire meno soli, che ci dicessero "Io sono come te" e quelli di noi troppo mainstream per essere veramente alternativi ma troppo alternativi per essere veramente conformisti, nei Pearl Jam, nei Nirvana, nei Soundgarden, negli Alice in Chains avevano trovato gli ascolti ideali.


C'è un gruppo di quell'epoca, i Blind Melon, che si ricorda soprattutto per un pezzo, "No Rain", e perché il cantante Shannon Hoon fece una finaccia, devastato dalle droghe pesanti. Ecco, io quando ascolto "No rain" ancora mi ricordo che sapore aveva il caffè che bevevo in quegli anni - i miei primi anni a Roma, lontana 400 chilometri dalla mia vita precedente -  che luce entrava dalla finestra della mia stanza di allora, quanta tenerezza provavo per la buffa bambina del video, vestita da ape cicciottella.


Andare al Visarno sarà come entrare in una macchina del tempo che frullerà presente e passato, in un misto agrodolce e indimenticabile, mentre canterò pensando che l'Arca, per stavolta, ha fatto scalo lì.


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